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Le catacombe di Domitilla: Restauri ed un nuovo museo

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InaugurazioneMuseoDomitilla

 

Il 30 maggio 2017 si è svolto un evento, a cura della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, presso la basilica semiipogea dei Ss. Nereo ed Achilleo nelle catacombe romane di Domitilla sulla via Ardeatina.

L’evento, coordinato dalla Vicedirettrice della Sala Stampa del Vaticano Paloma García Ovejero, è stato illustrato dal Signor Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente della Commissione, da Monsignor Giovanni Carrù Segretario, dal Professor Fabrizio Bisconti, Sovrintendente e dal Dottor Norbert Zimmermann, Direttore scientifico dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma.

La Conferenza Stampa, seguita da un folto pubblico, ha preceduto una serie di visite guidate, che hanno mostrato i restauri effettuati nelle catacombe di Domitilla negli ultimi 25 anni e, in particolare, quelli relativi all’arcosolio di Veneranda, all’ipogeo dei Flavi, all’arcosolio degli Apostoli Piccoli, al cubicolo dei fornai e a quello dell’introductio.

Questi ultimi due monumenti sono stati recuperati con l’uso del laser che, in questi ultimi anni, ha riportato alla luce altri importanti ambienti dipinti: dalle catacombe di S. Tecla all’ipogeo degli Aureli, dalle catacombe dei Ss. Pietro e Marcellino alle catacombe di Priscilla.

L’altro centro di interesse dell’evento è stato rappresentato dall’inaugurazione del nuovo museo delle catacombe di Domitilla, dedicato a “Il mito, il tempo, la vita”. Nel piccolo antiquarium, ideato da Matteo Braconi, Membro e Ispettore della Commissione, con la collaborazione di chi scrive, della Dottoressa Barbara Mazzei e della Dottoressa Raffaella Giuliani, sono stati sistemati un centinaio di marmi (iscrizioni, sarcofagi, ritratti) restaurati per l’occasione e provenienti da diverse catacombe romane (Pretestato, Aproniano, Ss. Marco e Marcelliano, ex vigna Chiaraviglio, S. Callisto, Cimitero Maggiore).

Seguendo il filo conduttore del museo, si incontrano, innanzi tutto, alcuni sarcofagi di manifattura attica, riferibili al II-III secolo d.C., con i miti ispirati alle storie di Achille ed Ettore. I sarcofagi, estremamente raffinati per stile ed iconografia, provengono dal complesso di Pretestato sulla via Appia Pignatelli e sono stati sapientemente ricomposti in questi mesi. Essi riflettono la cultura greca che informa l’intero Triopio di Erode Attico, il praedium, che si estendeva al II miglio della via Appia e che apparteneva alla nobile famiglia di Annia Regilla. Il mito, ricordato anche da un sarcofago con la romantica favola di Selene ed Endimione, proveniente proprio da Domitilla, si intreccia con il tempo, per mezzo di un monumentale sarcofago con la personificazione delle stagioni, e con l’otium, per il tramite di un’arca marmorea con il tema della caccia. Il tutto sfocia poi nel vissuto quotidiano, così come si proponeva per i pagani e per i cristiani. Rilievi ed epigrafi ricordano argentieri, fossori, osti, pastori, contabili, “cavallari”, medici, neonati e persino un guardarobiere delle Terme di Caracalla. Una serie di busti-ritratto, riferibili al III-IV secolo, ci mostrano, per concludere, gli ispirati e realistici ritratti dell’epoca tardoantica.

Il museo arricchisce un complesso monumentale già estremamente significativo, dal momento che propone ben 12 km. di gallerie sistemate su quattro piani, con decine di migliaia di sepolture e ben 80 affreschi.

Questi ultimi - per lo più interessati dai recenti restauri - sono stati riprodotti con una sistematica battuta fotografica ad altissima definizione effettuata da Vincenzo Mirarchi. Da questo reportage sono state selezionate 60 significative tavole, che hanno costituito il nucleo centrale di un volume, uscito proprio in occasione dell’evento (Catacombe di Domitilla: Restauri nel tempo, a cura di Fabrizio Bisconti, con una introduzione di Gianfranco Ravasi, Todi 2017) e pubblicato dalla Tau Editrice.

La catacomba della via Ardeatina, che viene definita di Domitilla, la matrona presumibilmente appartenete alla dinastia dei Flavi e da identificare, forse, con una parente di Domiziano, sospettata d’essere cristiana, appare oggi ancora più attraente e pronta per nuovi approfondimenti, come quello che sta portando avanti l’Accademia di Vienna, insieme all’Istituto Archeologico Germanico, per allestire - per il tramite del laser-scanner - il repertorio completo delle pitture del cimitero cristiano.

La grande basilica - dove si è svolta la Conferenza Stampa - scoperta da Giovanni Battista de Rossi negli anni centrali dell’800, si è proposta come cornice di grande atmosfera per l’Evento. Qui, infatti, sono raccolti i frammenti dell’epigrafe damasiana dedicata ai martiri obiettori di coscienza Nereo ed Achilleo, uccisi durante la grande persecuzione dioclezianea; qui doveva riposare la martire Petronilla, che una pia leggenda identificava con una figlia di Pietro, ma che, più probabilmente, rappresenta una più ordinaria testimonianza suggestiva degli innumerevoli fratelli della prima ora, che affrontarono la prova suprema del martirio e divennero protettori e intercessori di tutta la comunità che, nei cimiteri del suburbio, riposava, come in un sonno provvisorio, in attesa della resurrezione finale.

Prof. Fabrizio Bisconti