Catacomba di S. Pancrazio
Indirizzo
Piazza S. Pancrazio, 5/D - 00152 Roma RM
Orari di apertura
Martedì e Giovedì 9:30 - 12:00 Mercoledì 9:30 - 12:00 / 16:30 - 18:00
Come accedere
Altri giorni su prenotazione
Contatti
Tel: +39 0644208069
Email: segreteria@sanpancrazio.org
Sito web: www.sanpancrazio.org
Riposo settimanale
Venerdì - Lunedì, Natale, 1° Gennaio, Pasqua
Chiusura annuale
Agosto
Come raggiungerci
ATAC: 19N, 44, 44F, 870, 871
La catacomba di S. Pancrazio risale alla fine del III secolo d.C., in continuità con una necropoli pagana rinvenuta nel sovratterra e attiva già dal I sec. a.C.
La fitta rete di gallerie cimiteriali ipogee, nota già in antico come cimitero di Ottavilla, dal nome della matrona romana che seppellì in questa zona il corpo del giovane martire Pancrazio, si componeva originariamente di quattro regioni. Dalla scala posta nella navata sinistra della basilica omonima si accede ad uno dei nuclei cimiteriali più interessanti e più antichi. In questo settore, forse, doveva trovarsi il sepolcro di Pancrazio ma, a causa delle numerose frane, le gallerie sono inaccessibili. Un secondo nucleo, era costituito da gallerie che si estendono al di sotto dell’abside della basilica e della zona dell’attuale oratorio. Da una botola che si apre tra il terzo ed il quarto pilastro della navata destra, attraverso una scala, si accede all’unica regione attualmente accessibile al pubblico, che si estende al di sotto della navata centrale della chiesa.
In questo settore, il visitatore può raggiungere il cubicolo di Botrys che prende il nome da un’iscrizione in cui in caratteri greci si legge Botrys christianòs. Proseguendo, attraverso alcune gallerie, si giunge al cubicolo cosiddetto di S. Felice. Fortunatamente scampato alla distruzione, conserva una decorazione con riquadri a fasce rosse ed elementi vegetali. Nelle vicinanze, si trova un terzo cubicolo in cui, secondo una tradizione medievale, doveva essere stata sepolta S. Sofia insieme alle sue figlie, Fede, Speranza e Carità. Infine, l’ultima regione è quella che si estende a nord-est della basilica, al di sotto del convento e oltre, costituita da piccoli nuclei di gallerie utilizzate, probabilmente, tra la metà del IV secolo d.C. ed il 454 d. C., data riportata in un’iscrizione funeraria tracciata a carbone nella nicchia di un arcosolio.